Dall’atleta Grazia Turco alla coreografa Tamara Mclorg, presso la Scuola Oxford si parla di sport, danza e disabilità per una società inclusiva

La danza come comunità, lo sport come inclusione. Con un’attenzione profonda verso il concetto di disabilità intesa come “capacità di fare le cose come tutti ma in modo diverso”, la Scuola Internazionale Oxford di Lecce ha proposto ai suoi alunni di classe terza della Secondaria di primo grado un laboratorio fatto di conoscenza ed emozioni, grazie allo splendido lavoro di team che ha visto la collaborazione fattiva dei docenti.
Un evento legato al concetto di global perspective, per aiutare i ragazzi ad aprire la mente e ad affacciarsi a comprendere tutte le realtà, anche quelle che appaiono “diverse”.
Italia chiama Inghilterra
In un perfetto parallelismo tra la realtà italiana rappresentata dall’atleta salentina Grazia Turco, affetta alla nascita da una rara patologia alle ossa ma che non le ha impedito di raggiungere grandi traguardi sportivi, e la realtà inglese con la coreografa di fama internazionale Tamara Mclorg, apripista della danza di comunità, gli studenti hanno approfondito varie tematiche.
I ragazzi hanno incontrato in modalità online Tamara Mclorg, coregrafa e insegnante alla Middlesex University, che da anni lavora con la danza come strumento di coinvolgimento di tutta la comunità, con sedi e stage in Perù, Sud Africa, Austria, Lituania, Grecia e tanti altri paesi nel mondo.
Bellissimo e coinvolgente anche il confronto con Grazia Turco campionessa di tennis tavolo, handbike e danzatrice: le diagnosticarono fin dai primi mesi di vita una patologia molto rara denominata Osteogenesi Imperfetta, che ha fatto di lei e della sua famiglia veri e propri guerrieri nell’ affrontare dai pregiudizi culturali alle barriere architettoniche che si contano ancora nelle nostre città. Grazia Turco è la dimostrazione di quanto la forza di volontà sia fondamentale per affrontare le sfide anche quelle che sembrano più insormontabili.
Le parole dei ragazzi della 3 A
L’evento ha colpito nel segno e i ragazzi hanno avuto un dialogo fitto con le interlocutrici dall’altra parte dello schermo ed hanno voluto scrivere parole di ringraziamento per l’atleta Grazia Turco.
“La ringraziamo tantissimo Grazia Turco per quello che fa, per l’amore che dai a molte persone e anche per aver accettato l’invito del nostro Istituto Scolastico a dare un po’ del suo tempo e a parlarci degli sport per il nostro progetto Global Perspective che facciamo con la nostra professoressa di inglese, teacher Chiara. Ė stato molto interessante lavorare su fatti reali e con testimoni come lei che ci aprono occhi a una realtà toccante.
Grazie a lei ci siamo ricordati che nello sport non è importante vincere, ma competere con sportività e divertirsi e che salire sul podio è solo una vittoria secondaria, poiché la prima e assoluta vittoria consiste nel divertirsi e amare ciò che si fa e farlo con grinta e determinazione.L’insegnamento che ha fatto arrivare a noi giovani è che le persone forti non sono quelle con un’abilità fisica migliore, ma quelle che hanno coraggio e superano gli ostacoli, come ha fatto lei senza arrendersi: dobbiamo credere in noi stessi, rafforzarci e non lasciarci abbattere dalle critiche altrui. Raggiunto il nostro obiettivo, saremo ancora più felici: nella vita bisogna donare amore e amicizia, cose ben più preziose del denaro.
Incontrarla è stato un vero onore per noi, ci ha ispirato a credere che si può realizzare qualunque cosa con il giusto impegno e che quindi dobbiamo mettercela tutta anche noi per raggiungere i nostri obiettivi.
La sua forza è impressionante ed affascinante agli occhi di tutti, ci ha fatto capire che tutto è possibile. Lei è forte ed è indubbiamente d’ispirazione per molti altri ragazzi, continui a credere che nulla è impossibile e se si ha tenacia, costanza e passione nonostante tutto qualunque cosa si può avverare. Ci dispiace che nella sua storia, ci sono stati atti di antisportività, questo ci ha fatto capire che non ancora tutti hanno capito quali sono i veri valori dello sport, noi siamo convinti che persone come lei, invece, gli abbiano capiti e che possono insegnargli ai ragazzi come noi, per evitare che da grandi diventiamo sleali a nostra volta, per non cadere in quello che si può definire: “il labirinto eterno del barare”.La ringraziamo ancora tantissimo e non vediamo l’ora di poterla incontrare di persona – virus permettendo – in Primavera.
Scritto da: Cristian, Giuseppe, Giulia, Leonor, Federico, Carlo, Linda, Angela, Matilda, Rita, Viola, Vicky, Simone, Samuele.”
La comprensione di quanto la danza e lo sport possano essere la scintilla per una disabilità vissuta come “diversa abilità”, come accoglienza di modi diversi di raggiungere traguardi anche alti. Tutto questo rappresenta la chiave di volta verso una comunità aperta e inclusiva, nel senso più vero del termine.
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